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Lavoro: mancano oltre 600mila tecnici

26/02/2025

Nei prossimi cinque anni, l’Italia dovrà affrontare una significativa carenza di lavoratori con formazione tecnica, con un deficit stimato di almeno 666.000 professionisti.

Tra le figure più richieste spiccano saldatori, carpentieri, elettricisti, meccatronici e montatori meccanici.

 

È quanto emerge dalla ricerca sul mondo del lavoro effettuata dall’Osservatorio Censis-ASSOSOMM (Associazione italiana delle Agenzie per il Lavoro) e frutto di analisi effettuate su tutto l’anno 2024.

L’Osservatorio monitora periodicamente alcuni dei fenomeni più significativi dell’evoluzione del mercato del lavoro, con una particolare attenzione al lavoro in somministrazione. L’obiettivo è cogliere quelle trasformazioni, a volte piccole, ma significative, che caratterizzano la crescente difficoltà nel far incontrare domanda e offerta di lavoro. Le imprese italiane stimano un fabbisogno di capitale umano di oltre 3,2 milioni di lavoratori nei prossimi cinque anni: il 39% dovrà essere laureato, ma la maggioranza, ovvero il 55%, dovrà uscire da istituti tecnici e professionali.

 

Tuttavia, il nostro Paese non sembra pronto a rispondere a questa domanda. Il primo ostacolo è la crisi demografica, che nei prossimi anni porterà alla mancanza di quasi 1 milione di giovani. Ma il problema principale è un altro: il gap si concentra soprattutto nella fascia dei lavoratori con una formazione intermedia, ovvero quei tecnici e professionisti che escono dagli istituti tecnici e professionali. Secondo la ricerca, le imprese italiane avranno bisogno di 1.775.500 lavoratori con formazione tecnica, ma l’offerta attuale di personale qualificato è insufficiente.

 

 

Le cause della carenza di tecnici

 

Uno dei problemi principali è il divario tra le competenze richieste dalle aziende e quelle effettivamente fornite dal sistema scolastico. Domenico Miele, socio di Tempjob e Direttore di Tempjob Academy, sottolinea:

“C’è spesso uno scollamento tra le competenze che i giovani acquisiscono attraverso l’istruzione e quelle richieste dal mercato del lavoro. In alcuni settori, la formazione tecnica specializzata, che richiede anni di esperienza pratica, è meno popolare tra i giovani, che preferiscono indirizzarsi verso settori più moderni e digitali.”

 

Questo è particolarmente evidente nei settori tradizionali, come l’artigianato e la meccanica, dove le competenze non sempre si apprendono nelle scuole, ma vengono trasmesse attraverso esperienza diretta e formazione pratica. Inoltre, molte professioni tecniche soffrono di una percezione errata da parte delle nuove generazioni:

“Alcuni settori tradizionali faticano ad attrarre le nuove generazioni a causa della percezione di condizioni di lavoro meno favorevoli rispetto ad altri ambiti. Lavori faticosi o manuali, bassi salari e scarse possibilità di carriera possono scoraggiare i giovani dal considerare tali professioni. Anche se la realtà è ben diversa. Nella metalmeccanica i salari sono ottimi e le possibilità di carriera non mancano.”

 

 

Il ruolo della formazione: colmare il gap

 

Per risolvere il problema, è fondamentale investire nella formazione tecnica specializzata e in percorsi professionalizzanti che rispondano alle reali esigenze delle imprese. In questo senso, le Agenzie per il Lavoro e le accademie professionali giocano un ruolo chiave. Tempjob Academy, ad esempio, offre corsi mirati che preparano i giovani alle competenze richieste dalle aziende:

“Tempjob Academy, grazie ai suoi corsi, colma il gap tra domanda e offerta, unendo formazione e preparazione con le esigenze specifiche e reali delle aziende e, più in generale, del mercato” afferma Domenico Miele. “Solo così le imprese potranno trovare il personale qualificato di cui hanno bisogno.”

Le Agenzie per il Lavoro svolgono un ruolo fondamentale nell’inserimento occupazionale: ogni anno circa 200.000 persone accedono gratuitamente ai corsi di formazione e trovano lavoro nelle aziende.

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